Il Documento di economia e finanza 2025, recentemente approvato dal Consiglio dei ministri, contiene numerose misure che toccano direttamente il mondo delle libere professioni. Una direzione che, pur tra luci e ombre, Federprofessioni accoglie come un segnale importante di attenzione verso un comparto che contribuisce in maniera significativa alla crescita economica e sociale del Paese.
Un primo passo verso una maggiore equità tra professionisti
Nel DEF si intravedono tentativi di riequilibrio tra professioni ordinistiche e non regolamentate, con un’attenzione crescente alla necessità di armonizzare il mercato del lavoro professionale, in linea con i principi di libera concorrenza e proporzionalità promossi a livello europeo.
Il superamento di ostacoli normativi non più coerenti con le attuali dinamiche economiche e l’eliminazione di riserve ingiustificate rappresentano una condizione imprescindibile per garantire pari dignità e opportunità a tutte le professioni, in un sistema che rispecchi il pluralismo e la ricchezza del lavoro autonomo in Italia.
Riforme significative: accesso, competenze, giovani
Tra gli interventi degni di nota, Federprofessioni segnala:
- il riordino delle professioni sanitarie, una misura attesa e necessaria per modernizzare un settore centrale per la salute pubblica;
- la riforma della Pubblica Amministrazione attraverso il progetto RiVa, che introduce una classificazione delle professionalità basata su “famiglie professionali” e strumenti digitali per la gestione delle competenze, utile anche per rafforzare il dialogo tra pubblico e privato;
- la scelta di superare il test d’ingresso ai corsi di medicina, odontoiatria e veterinaria, sostituendolo con un semestre iniziale di orientamento: una proposta che potrà rendere l’accesso più equo e formativo;
- la valorizzazione dei percorsi formativi professionalizzanti (ITS e Istruzione Tecnica Superiore), che rispondono concretamente alla domanda di competenze specialistiche e sono spesso il punto di accesso per molte professioni non regolamentate.
In questo contesto, risulta positivo anche l’inserimento di incentivi per l’assunzione di giovani neolaureati e diplomati ITS nella PA, attraverso una riserva del 10% nei concorsi pubblici e fondi dedicati per il triennio 2025-2027. Un’opportunità da cogliere anche per rafforzare il dialogo intergenerazionale e rinnovare il capitale umano all’interno delle istituzioni.
Mezzogiorno, innovazione e strumenti di sostegno
Nel documento si conferma l’estensione di misure già note come il credito d’imposta per investimenti strumentali nel Mezzogiorno e la Nuova Sabatini, strumenti utili non solo alle imprese ma anche ai professionisti che investono in tecnologie e innovazione. Un aspetto fondamentale in un’epoca in cui l’aggiornamento tecnologico è imprescindibile anche per gli studi professionali.
Il ruolo delle professioni nel rilancio economico
Federprofessioni ribadisce l’importanza strategica del settore professionale nell’economia italiana: un mondo trasversale, flessibile e in continua evoluzione che rappresenta una quota crescente del PIL nazionale. È per questo che ogni misura che ne valorizzi il ruolo, ne semplifichi l’accesso e ne riconosca la funzione economica e sociale va considerata con favore.
Occorre ora passare dalle dichiarazioni agli atti concreti, aprendo una fase di ascolto permanente e di confronto strutturato con le rappresentanze professionali. Solo così sarà possibile dare piena attuazione a un modello di sviluppo moderno e inclusivo, in cui tutte le professioni, ordinistiche e non, possano contribuire in maniera equa alla crescita del Paese.
Ufficio Stampa Federprofessioni