Responsabilità dei Collegi Sindacali: scatta il tetto ai risarcimenti. In vigore la legge n. 35/2025

responsabilità collegi sindacali limite risarcimentiDal 12 aprile 2025 è ufficialmente in vigore una riforma attesa da anni: la limitazione della responsabilità civile dei componenti dei collegi sindacali e dei sindaci con funzione di revisione, nei casi di danni derivanti da errori nei controlli.

La Legge 14 marzo 2025, n. 35 (pubblicata in G.U. il 28 marzo) introduce una novità significativa: il danno imputabile ai sindaci non potrà più essere illimitato, ma sarà calcolato entro precisi limiti multipli dei compensi percepiti.

Un principio di proporzionalità

Il nuovo assetto normativo si basa su un principio di giustizia e proporzionalità: distinguere la responsabilità di chi gestisce da quella di chi controlla. La norma riconosce che i sindaci non concorrono alla gestione diretta, ma vigilano sull’operato degli amministratori, e che la responsabilità deve quindi essere parametrata al loro ruolo effettivo e al compenso percepito.

Come funziona il limite?

Il danno massimo imputabile ai sindaci viene fissato in 15 volte il compenso annuale percepito.
Ad esempio, in una S.p.A. in cui ciascun sindaco percepisce 5.000 euro e il presidente del collegio 7.500 euro:

  • Il danno massimo imputabile a ciascun sindaco sarà pari a 75.000 euro;
  • Quello del presidente a 112.500 euro;
  • L’eventuale eccedenza sarà imputabile esclusivamente agli amministratori, che restano responsabili per la parte residua.

La posizione della giurisprudenza

La giurisprudenza ha spesso ribadito che la responsabilità dei sindaci scatta solo in presenza di omissioni nei doveri di vigilanza, e a condizione che ci sia un nesso causale tra la loro inerzia e il danno subito dalla società (Cass. 26.2.2024, n. 5057). Tuttavia, in assenza di un tetto normativo, i sindaci si sono frequentemente trovati coinvolti in azioni risarcitorie per milioni di euro, anche in via esclusiva, a causa della presenza di polizze assicurative che non sempre tutelano gli amministratori.

E i procedimenti in corso?

Al momento, la nuova norma non si applica ai procedimenti già pendenti, ma è in discussione in Senato un disegno di legge per l’estensione retroattiva della disciplina anche ai giudizi in corso. Il DDL prevede inoltre un’estensione analoga ai revisori legali e alle società di revisione, con tetti pari rispettivamente a:

  • 10 volte il compenso per le persone fisiche,
  • 20 volte il compenso per le società di revisione (non di interesse pubblico).

Un passo avanti per la tutela dei professionisti

Questa riforma segna una svolta per il mondo professionale, soprattutto per i commercialisti, revisori e sindaci coinvolti in attività di controllo. Si afferma finalmente il principio che la responsabilità deve essere proporzionata al ruolo svolto e ai mezzi a disposizione, offrendo ai professionisti un quadro più equo e tutelante.

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