Avvocatura italiana, in arrivo la riforma della professione: meno iscritti, più redditi, ma cresce il disagio

Presentato il IX Rapporto Cassa Forense-Censis. Atteso in Parlamento entro due settimane il testo di riforma dell’ordinamento professionale forense.

Una professione in trasformazione, tra segnali di resistenza e profonde criticità. È il quadro tracciato dal IX Rapporto Cassa Forense-Censis, presentato il 3 aprile a Roma, che ha fatto da sfondo all’annuncio tanto atteso: la riforma dell’ordinamento professionale forense è pronta. Il testo, redatto dal Consiglio Nazionale Forense (CNF), in sinergia con l’Organismo Congressuale Forense (OCF) e le principali componenti associative, dovrebbe approdare in Parlamento entro i prossimi 15 giorni.

Meno avvocati, più anziani, più disillusi

Secondo i dati raccolti, gli avvocati italiani oggi sono 233.260, con un calo dell’1,6% in un anno. Una media di 4 professionisti ogni 1.000 abitanti. La professione perde attrattiva: calano i praticanti e si registra una flessione nelle iscrizioni alla Cassa Forense. Parallelamente, l’età media sale: quasi 49 anni, con un incremento di 5.000 pensionati tra il 2019 e il 2024, e un calo di quasi 15.000 iscritti attivi.

Nonostante un reddito medio in crescita, il sistema mostra profonde disparità:

  • Reddito medio globale: 47.678 euro;
  • Uomini: 62.456 euro;
  • Donne: 31.115 euro.

A livello territoriale, la forbice è ancor più evidente: in Lombardia la media è 81.115 euro, mentre in Calabria si ferma a 24.203 euro.

L’identikit dell’avvocatura: donne giovani, uomini senior

Una nota significativa riguarda il profilo demografico della categoria. Le donne sotto i 34 anni rappresentano il 57,2% degli iscritti, ma con l’aumentare dell’età, il peso specifico degli uomini cresce: nella fascia tra i 55 e i 64 anni, il 58,6% sono uomini.

Tale squilibrio si riflette anche sulla possibilità di conciliare lavoro e vita privata: molte professioniste segnalano difficoltà crescenti, che incidono sulla possibilità di mantenere un’attività autonoma sostenibile.

Il commento delle istituzioni

Il presidente della Cassa Forense, Valter Militi, ha evidenziato come il quadro demografico e reddituale imponga una riflessione strutturale sul futuro della professione: “Serve una strategia di sistema per rendere attrattiva e sostenibile la carriera forense”.

Il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, ha collegato l’incremento medio dei redditi al Pnrr, ma ha messo in guardia: “È un segnale da accogliere con cautela. Mi preoccupa di più la decrescita: abbandonare la toga è come un piccolo suicidio professionale”.

Verso la riforma

La riforma dell’ordinamento professionale si presenta quindi come una risposta attesa e necessaria. Il testo, già pronto, mira a:

  • ridefinire le regole di accesso e permanenza nella professione;
  • favorire una maggiore sostenibilità del percorso forense;
  • affrontare i temi della parità di genere, dell’equilibrio vita-lavoro e dell’organizzazione associativa.

Il passaggio parlamentare sarà decisivo per capire quale direzione prenderà la nuova avvocatura italiana. L’auspicio è che il confronto tra istituzioni, ordini e associazioni produca un testo capace di guardare al futuro, tutelando dignità e funzione sociale della professione.

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