Sanità, emergenza aggressioni: crescono le violenze contro Medici e Infermieri

Nonostante l’introduzione di nuove leggi a tutela degli operatori sanitari, il numero di aggressioni nei confronti di medici, infermieri e personale sanitario continua a crescere. Nel 2024 si sono registrati 25.940 episodi di violenza, con le donne tra le principali vittime. Secondo i dati Inail, un infortunio sul lavoro su dieci nel settore sanitario è legato a un’aggressione, un fenomeno che evidenzia la crescente insicurezza negli ambienti di cura.

Un problema in aumento
L’indagine condotta da Amsi, Umem e dal Movimento Internazionale Uniti per Unire ha evidenziato un preoccupante incremento delle aggressioni. Molte delle vittime scelgono di non denunciare per paura o rassegnazione. La maggior parte degli episodi avviene nel Nord Italia (63%), seguito dal Sud (26%) e dal Centro (11%). Gli infermieri e i fisioterapisti risultano tra le categorie più colpite.

I dati Inail e la situazione regionale
L’Inail ha confermato l’aumento delle aggressioni, con 2.500 infortuni sul lavoro causati da episodi di violenza nel 2023, un dato in crescita del 3% rispetto all’anno precedente. In Emilia-Romagna le aggressioni al personale sanitario sono aumentate dell’11,7% nel 2024 rispetto al 2023, con una crescita particolare degli episodi di violenza verbale.

Il contesto internazionale
Il problema non riguarda solo l’Italia. In Europa le aggressioni al personale sanitario sono aumentate del 32%, mentre nel mondo si registra un incremento del 39%, con picchi nei paesi economicamente più fragili e nelle zone di conflitto.

Le risposte legislative
Il governo italiano ha varato diverse misure per contrastare il fenomeno. Oltre alla legge 113/2020, che ha istituito la giornata nazionale contro la violenza sugli operatori sanitari, la legge 171/2024 ha inasprito le pene per chi danneggia strutture sanitarie, prevedendo fino a cinque anni di carcere e l’arresto in flagranza differita. Inoltre, il decreto legge 34/2023 ha introdotto pene severe per le lesioni ai danni del personale sanitario, con reclusioni fino a 16 anni nei casi più gravi.

Nonostante gli sforzi normativi, il fenomeno delle aggressioni resta una piaga crescente nel settore sanitario. Servono maggiori investimenti in sicurezza, formazione e prevenzione, oltre a un impegno culturale per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza del rispetto e della protezione degli operatori sanitari, pilastri fondamentali del sistema di cura.

Ufficio stampa Federprofessioni

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