L’Intelligenza Artificiale e il Futuro del Lavoro in Italia: Opportunità e Rischi

L’intelligenza artificiale generativa sta rivoluzionando il mercato del lavoro in Italia, con un impatto significativo su diversi settori e regioni. Secondo il rapporto “Job Creation and Local Economic Development 2024” dell’Ocse, il 28,3% dei lavoratori italiani è esposto agli effetti della generative AI, ovvero almeno il 20% delle loro mansioni potrebbe essere svolto in metà tempo grazie a questa tecnologia. Questo dato supera la media Ocse del 26% e presenta notevoli variazioni a livello territoriale.

Le Regioni Più Esposte all’Intelligenza Artificiale
Tra le regioni più colpite, il Lazio emerge come la più vulnerabile, con il 34,7% dei lavoratori potenzialmente influenzati dalla generative AI. Al contrario, la Basilicata si distingue per la minore esposizione, con solo il 20,3% dei lavoratori interessati da questo fenomeno.

Questa differenza si spiega in parte con la distribuzione delle professioni: nelle città, dove si concentrano i settori finanziari, tecnologici e cognitivi, il rischio di trasformazione lavorativa è maggiore rispetto alle aree rurali e industriali, dove l’impatto dell’IA generativa risulta più contenuto.

Automazione Tradizionale e Generative AI: Due Impatti Differenti
Uno degli aspetti più interessanti del rapporto Ocse è la correlazione negativa tra il rischio di automazione tradizionale e l’esposizione alla generative AI. I lavoratori più vulnerabili alla robotica e ai software di automazione industriale risultano oggi meno esposti agli effetti della nuova ondata tecnologica. Ad esempio, nelle Marche, il 14,4% dei lavoratori rischia di essere sostituito da tecnologie tradizionali, mentre nel Lazio questa percentuale scende al 3%, a favore di una maggiore esposizione alla generative AI.

In passato, le ondate di automazione hanno generalmente aumentato la produttività senza ridurre drasticamente l’occupazione complessiva. Tuttavia, non tutte le regioni hanno beneficiato allo stesso modo: alcune hanno subito una perdita di posti di lavoro non compensata da nuove opportunità. La generative AI potrebbe accentuare queste disparità, incidendo maggiormente sui settori intellettuali e avanzati.

Nuove Sfide per i Lavoratori Qualificati
A differenza delle tecnologie di automazione industriale, che storicamente hanno colpito i lavoratori meno qualificati, l’IA generativa ha un impatto più marcato su professioni creative, gestionali e analitiche. Questo potrebbe penalizzare in particolare i profili ad alta qualificazione, spesso ricoperti da donne e concentrati nei grandi centri urbani. Alcuni esempi citati dall’Ocse sono Stoccolma e Praga, dove quasi il 45% dei lavoratori è esposto all’IA generativa, mentre in alcune aree rurali della Colombia l’esposizione non supera il 13%.

La Carenza di Manodopera e le Disparità Regionali
Un ulteriore fenomeno da considerare è la difficoltà delle imprese nel reperire personale qualificato. In Italia, la provincia di Bolzano presenta il più alto squilibrio tra domanda e offerta di lavoro, con un rapporto tra posti vacanti e persone in cerca di impiego superiore del 363% rispetto alla media nazionale. Al contrario, la Sicilia registra un dato inferiore dell’86%.

Le professioni più ricercate riguardano i settori della transizione ecologica (green jobs) e delle tecnologie digitali (ICT). Le offerte di lavoro per i green jobs in Italia superano del 73% quelle per altri settori, con punte del 106% in Sicilia e un minimo del 45% in Emilia-Romagna. Nel settore ICT, invece, le offerte sono superiori del 139% rispetto alla media nazionale, con un picco del 357% in Basilicata e “solo” l’87% in Piemonte.

Strategie per un Futuro del Lavoro Equilibrato
L’intelligenza artificiale generativa rappresenta sia una sfida che un’opportunità. Se adeguatamente sfruttata, può contribuire a colmare il divario di competenze e supportare l’invecchiamento della forza lavoro. Tuttavia, il rischio di amplificare le disuguaglianze regionali e professionali è concreto.

Per affrontare questa transizione, l’Ocse suggerisce di potenziare le infrastrutture digitali, investire nella formazione continua e sostenere le piccole e medie imprese nel processo di trasformazione tecnologica. Incentivare l’innovazione e garantire un accesso equo alle nuove opportunità sarà cruciale per costruire un mercato del lavoro più resiliente e inclusivo.

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