La legge 4/2013, che regola le professioni non ordinistiche attraverso il sistema delle associazioni professionali, esclude migliaia di lavoratori autonomi dalle tutele previste in caso di malattia, infortunio, maternità a rischio o malattia dei figli minori. Una discriminazione che penalizza profondamente i professionisti di questo settore, come sottolineato dall’Istituto Nazionale dei Tributaristi (INT) e da Confassociazioni in una lettera indirizzata al Ministro del Lavoro, Marina Calderone.
Le due organizzazioni hanno richiesto un incontro urgente per discutere della situazione e proporre soluzioni concrete. La necessità di un intervento normativo è emersa in seguito alla risposta del Ministro Calderone durante un question time alla Camera, dove si era discusso della possibilità di estendere la sospensione dei versamenti contributivi ai professionisti in caso di malattia o altre condizioni straordinarie, analogamente a quanto già previsto per gli adempimenti fiscali.
Riccardo Alemanno, presidente dell’INT, ha espresso apprezzamento per la proposta di sospensione contributiva, ma ha evidenziato un grave limite: «La legge 234/2021 e le successive modifiche escludono i professionisti di cui alla legge 4/2013, nonché quelli iscritti in registri o elenchi. Questa discriminazione, denunciata sin dall’introduzione della norma, non è mai stata affrontata nonostante la presentazione di interventi emendativi da parte di esponenti parlamentari».
La lettera inviata al Ministro Calderone ribadisce la necessità di porre fine a questa disparità di trattamento. «Modificare la normativa eliminerebbe la discriminazione, garantendo a tutte le professioniste e i professionisti del nostro Paese pari diritti e tutele in caso di malattia, infortunio, maternità a rischio o malattia dei figli minori», conclude la nota congiunta di INT e Confassociazioni.
Federprofessioni sostiene questa iniziativa, auspicando un intervento immediato per assicurare equità e protezione a tutti i lavoratori autonomi del panorama professionale italiano.
