Decreto Salva Casa: Nuove Regole e Procedure per la Sanatoria Edilizia
Il Decreto Salva Casa, pubblicato recentemente sulla Gazzetta Ufficiale, inaugura un’era di modifiche significative nel settore edilizio italiano. Con l’obiettivo di semplificare e accelerare le procedure di sanatoria per le difformità edilizie, il decreto, promosso dal Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, promette di ridurre la burocrazia e incentivare la conformità.
A partire dal 30 maggio, le nuove norme permettono di inviare domande di sanatoria direttamente ai Comuni, riguardo alle modifiche realizzate fino al 24 maggio. Importante notare che il provvedimento non ha scadenza, intendendo apportare cambiamenti permanenti alle normative del Testo unico edilizia (Dpr 380/2001).
Il decreto, in materia di conformità, prevede la possibilità di sanare difformità, a condizione che sia rispettata la disciplina edilizia del tempo dell’intervento (quindi, norme di progettazione e impiantistica) e quella urbanistica del tempo di presentazione della domanda (quindi, i carichi urbanistici previsti dai piani regolatori). È una semplificazione rispetto al passato, quando il doppio livello urbanistico-edilizio andava verificato sia per il passato che per il presente. Da sottolineare che, per gli abusi e le difformità totali o molto rilevanti, resta la disciplina più rigida e non ci saranno semplificazioni.
Una delle novità più rilevanti riguarda l’introduzione di una nuova procedura di accertamento di conformità, la cui tariffa varia tra mille e 31mila euro a seconda del caso. Questo nuovo sistema mira a snellire il processo per coloro che cercano di sanare difformità parziali, garantendo una maggiore chiarezza e riducendo il carico amministrativo sui Comuni, introducendo un sistema di “silenzio assenso”, che concede alle amministrazioni comunali 45 giorni per rispondere alle richieste di permesso di costruire in sanatoria e 30 giorni per le Segnalazioni Certificate di Inizio Attività (Scia) in sanatoria. Per gli immobili in zone vincolate saranno previsti termini più lunghi.
Le tolleranze costruttive, inoltre, diventano più generose, non superando più il 2% come in precedenza, ma estendendosi fino al 5% in base alla dimensione dell’immobile. Per gli edifici più piccoli, come un trilocale di 100 metri quadri, la tolleranza può arrivare al 4%, permettendo così modifiche più ampie rispetto al passato.
Questo decreto semplifica anche le procedure per i cambi di destinazione d’uso di singole unità senza opere edilizie, particolarmente nelle trasformazioni da uso produttivo a residenziale. Tali cambiamenti sono permessi a condizione che rispettino le condizioni imposte dagli strumenti urbanistici comunali.
Le nuove misure sono destinate a generare un impatto positivo sull’edilizia, rendendo più accessibili le procedure di sanatoria e incentivando la conformità.