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Salario minimo: un lavoratore su cinque guadagna meno

Se il Parlamento approvasse senza modifiche le “Disposizioni per l’istituzione del salario minimo orario” all’esame del Senato un lavoratore su cinque avrebbe diritto a un incremento dello stipendio. Il ddl, targato 5 Stelle (AS 658, prima firmataria Nunzia Catalfo) , fissa infatti in 9 euro l’ora «al lordo degli oneri contributivi e previdenziali» la paga minima per i lavoratori dipendenti. E quelli inquadrati nei livelli più bassi dei contratti nazionali, quindi con paghe orarie lorde inferiori a 9 euro sono quasi tre milioni (2,9 mln), circa il 21% dei 14 milioni di lavoratori dipendenti su cui ha acceso il faro l’Istat. In pratica uno su cinque, che è appunto la proporzione di quanti dovrebbero beneficiare di un aumento legato alla riforma del salario minimo.

Il rischio di alimentare il lavoro nero

La retribuzione oraria lorda è calcolata per ogni figura professionale come rapporto tra la retribuzione annua in vigore a gennaio 2019 (comprensiva degli altri istituti contrattuali retribuiti come Tfr e tredicesima, le festività cadenti la domenica, indennità e scatti di anzianità) e il corrispondente orario lordo (incluse le ore di ferie, festività, e altre riduzioni retribuite). In pratica in quasi tutti i principali contratti (ad esclusione di quello del credito) ci sono livelli contrattuali con retribuzioni orarie inferiori a 9 euro. Anche se si dovessero escludere dall’applicazione dei nuovi minimi il contratto per il lavoro domestico e quello dei lavoratori agricoli ci sarebbero comunque molti lavoratori (e tante aziende) interessati alla modifica, con il rischio per molti settori (come il commercio e il turismo) di alimentare l’occupazione “in nero”.

Sotto il limite saldatori e addetti alle pulizie

Per i pubblici esercizi hanno livelli minimi di retribuzione inferiori a 9 euro l’ora i cuochi “capo partita”, i camerieri di ristorante, i barman, pizzaioli e gelatieri (sono al quarto livello con 8,77 euro) ma soprattutto personale di pulizia e fatica addetto alla sala o alla cucina (settimo livello, 7,28 euro) o le guardie giurate (quinto livello, 8,21 euro). Nel contratto dei metalmeccanici con Federmeccanica sono al di sotto dei 9 euro i dipendenti inquadrati al primo e secondo livello (tra questi ultimi anche saldatori e gruisti con i minimi a 8,36 euro) mentre nel contratto del commercio sono al di sotto del limite i dipendenti iscritti al quinto, sesto e settimo livello: quindi dagli archivisti protocollisti, agli addetti al controllo delle vendite e ai magazzinieri (8,99 euro) fino agli addetti alle pulizie (7,64).

Gli effetti per gli addetti al lavoro domestico

Per il contratto del turismo con Federalberghi hanno retribuzioni minime orarie inferiori a 9 euro le persone dal quarto al settimo livello. In pratica cuochi, barman e capo giardinieri incardinati al quarto livello e dipendenti di grandi e medi alberghi e villaggi turistici possono avere minimi a 8,97 euro mentre centralinisti, autisti e cameriere ai piani degli alberghi hanno minimi a 8,41 euro. All’ultimo livello è il personale di fatica con 7,48 euro di minimo orario. Per il lavoro domestico (accordo firmato al ministero del Lavoro il 16 gennaio 2019) i minimi sono per tutti i livelli inferiori a 9 euro con un minimo per le colf con meno di 12 anni di esperienza non conviventi a 4,62 euro l’ora. Per l’assistenza a persona non autosufficiente (livello D super) si pagano 8,21 euro l’ora.

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