E’ sfuggito alla mannaia della riforma costituzionale targata Renzi naufragata con il referendum del 2016. E deve resistere al fuoco incrociato di parlamentari e governo che a più riprese ne chiedono l’abolizione, ultimo in ordine di tempo il ministro Riccardo Fraccaro che a inizio maggio ha annunciato l’arrivo di un Ddl per cancellarlo perché «inadeguato agli scopi per cui era stato concepito». Eppure il Cnel da anni nel mirino della politica tira dritto per difendere il suo ruolo e nel programma 2019-2020 rilancia l’iniziativa legislativa scritta nella nostra Carta. Ma a ben vedere la “carriera” da legislatore del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro non è stata affatto fortunata: in sessant’anni di vitIa ha depositato in Parlamento 26 disegni di leggi: nessuno ha tagliato il traguardo.
Il rilancio nel 2019, pronto un novo Ddl sui lavoratori autonomi
A febbraio il Cnel ha rilanciato l’iniziativa legislativa. Due i Ddl presentati in Parlamento tra aprile e maggio: l’istituzione del comitato nazionale per la produttività e il codice unico dei contratti collettivi di lavoro. Nel frattempo è al lavoro su una nuova proposta per ampliare gli strumenti di welfare riservati ai lavoratori autonomi che preveda anche un ammortizzatore sociale universale di sostegno ai professionisti nei periodi di forte riduzione del reddito.
Dal primo tentativo nel 1967 sull’orario di lavoro all’autoriforma del 2017
Il primo Ddl targato Cnel arriva in Parlamento nel 1967 con la disciplina dell’orario di lavoro, riposo settimanale ed annuale dei lavoratori dipendenti. Più di dieci anni dopo, nella VII legislatura (1979-1983) , è la volta delle norme di riordino del credito agrario, sull’orientamento scolastico e sul credito ordinario alla pesca. Un solo disegno di legge mai esaminato nella IX legislatura, fino al 1987, con le norme sull’informazione e consultazione dei lavoratori. Nulla di fatto anche per le norme sulla conciliazione e l’arbitrato in materia di lavoro, Ddl presentato tre volte dal Consiglio nella XI, XII e XIII legislatura. Successivamente la disciplina delle professioni non regolamentate ma anche le agenzie territoriali per l’abitare sociale. E, nel 2017, anche il tentativo di autoriforma dell’istituzione.