di Redazione Federprofessioni
Presentata oggi a Roma la proposta di riforma dell’ordinamento forense: un testo articolato in 91 articoli che promette di trasformare in profondità la professione dell’avvocato. Tra le principali novità, spicca la possibilità di legare i compensi ai risultati, con un aumento fino al 20% rispetto ai parametri forensi, e un rafforzamento delle tutele per i collaboratori, soprattutto in caso di maternità, paternità o malattia.
Il progetto nasce da un tavolo unitario dell’avvocatura promosso da CNF e OCF e sarà presto trasmesso alle forze politiche. Il presidente del CNF, Francesco Greco, ha accompagnato i lavori con l’obiettivo di modernizzare la professione, garantendo però equità, autonomia e trasparenza.
Compensi a risultato: una svolta nella relazione col cliente
Secondo la bozza, l’avvocato potrà pattuire compensi commisurati agli obiettivi perseguiti, purché proporzionati e contenuti entro il limite del 20% oltre i parametri ordinari. Una rivoluzione nella contrattualistica forense, che richiederà accordi scritti chiari e trasparenti tra legale e cliente.
Monocommittenza e collaborazione: più tutele, nessun vincolo di subordinazione
Il testo introduce anche regole specifiche per chi lavora in esclusiva per un solo studio o committente. Si tratta di rapporti di prestazione d’opera, non subordinati, regolati da contratto scritto e compensi stabiliti in base a criteri oggettivi fissati da un decreto del Ministero della Giustizia. In caso di assenze legate a salute o famiglia, il rapporto sarà sospeso ma non recedibile, garantendo la stabilità del collaboratore.
Segreto professionale: rafforzato e aggiornato
Il segreto dell’avvocato diventa un principio di ordine pubblico e si estende a tutti i supporti: cartacei, digitali, audio e video. Perquisizioni e ispezioni potranno avvenire solo nel rispetto delle garanzie dell’articolo 103 del codice di procedura penale, con la presenza obbligatoria del rappresentante del Consiglio dell’Ordine.
Tirocinio, esame di Stato e limiti ai mandati
La riforma prevede che il tirocinio si svolga solo presso studi legali, con frequenza obbligatoria delle scuole forensi. L’esame di Stato sarà affidato a commissioni rinnovate, con tre avvocati cassazionisti, un magistrato e un accademico.
Infine, si mette ordine anche alla governance ordinistica: mandati triennali per consiglieri di COA e CNF, non più di tre consecutivi. Sul tema del terzo mandato si richiama la giurisprudenza della Corte costituzionale e delle Sezioni Unite della Cassazione, che negli ultimi anni hanno chiarito i limiti all’eleggibilità continua.
Federprofessioni continuerà a monitorare gli sviluppi della riforma, offrendo aggiornamenti e strumenti di lettura per i professionisti del settore legale.