Dal periodo d’imposta 2024, una novità importante entra in vigore per i professionisti in regime forfettario: la non obbligatorietà della Certificazione Unica (CU) da parte dei clienti-sostituti d’imposta. L’articolo 3 del Decreto Legislativo 1/2024, pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 12 gennaio, introduce infatti una semplificazione normativa che, pur essendo pensata per alleggerire gli adempimenti, richiede nuove attenzioni nella gestione della contabilità.
Cosa comporta il nuovo scenario per i forfettari?
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Maggiore autonomia nella rendicontazione degli incassi
Non potendo più contare sulla CU come riferimento per la dichiarazione, i contribuenti forfettari dovranno monitorare in modo puntuale i pagamenti effettivamente ricevuti, nel rispetto del principio di cassa. Una sfida che può trasformarsi in opportunità, migliorando la consapevolezza nella gestione delle proprie entrate. -
Allineamento tra fatture emesse e incassi
È importante tenere traccia delle tempistiche di incasso, soprattutto per fatture emesse a fine anno e pagate l’anno successivo. Una corretta documentazione potrà prevenire eventuali disallineamenti o incomprensioni con l’Amministrazione finanziaria. -
Maggiore attenzione alla documentazione fiscale
La CU rappresentava una “traccia” utile anche per il Fisco. Ora, sarà fondamentale conservare ogni prova di pagamento (bonifici, ricevute, estratti conto) per poter dimostrare, con precisione, quanto effettivamente percepito.
Come prepararsi al meglio al nuovo modello?
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Tenuta aggiornata della contabilità: distinguere accuratamente tra importi fatturati e incassati.
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Archiviazione smart: utilizzare strumenti digitali per raccogliere ed etichettare i documenti utili in caso di controlli.
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Supporto professionale: il ruolo del consulente fiscale o del commercialista diventa ancora più centrale per orientarsi tra norme, scadenze e dichiarazioni.