L’Europa reagisce alla nuova ondata di dazi statunitensi sulle importazioni di acciaio e alluminio, annunciando misure ritorsive per un valore di 26 miliardi di euro in due fasi a partire dal primo aprile, mentre la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ribadisce la volontà di negoziare con Washington.
Le tariffe americane imposte dall’amministrazione statunitense colpiscono non solo i materiali grezzi, ma anche una vasta gamma di prodotti derivati, tra cui elettrodomestici, macchinari industriali e componentistica, con un impatto economico stimato in miliardi di euro sulle imprese europee. Bruxelles ha deciso di reagire con un pacchetto di misure calibrate per bilanciare le perdite e difendere le proprie industrie.
La risposta dell’UE prevede due livelli di intervento: le tariffe di riequilibrio, che scatteranno dal primo aprile colpendo settori strategici americani come elettrodomestici, macchinari, tessili, plastica e legno, e una seconda fase che riguarda in particolare il comparto agroalimentare, soggetta al via libera definitivo degli Stati membri entro metà aprile, dopo un periodo di consultazione fino al 26 marzo.
Ursula von der Leyen ha espresso il disappunto dell’UE per la decisione statunitense, ma ha anche sottolineato che Bruxelles rimane aperta al dialogo, evidenziando come le relazioni commerciali transatlantiche abbiano storicamente garantito prosperità e sicurezza su entrambe le sponde dell’oceano. Ha incaricato il Commissario per il Commercio, Maroš Šefčovič, di riprendere i negoziati per trovare una soluzione condivisa.
La guerra commerciale non si limita all’Europa, con gli Stati Uniti che aumentano la pressione anche su altri partner commerciali. Il presidente americano ha minacciato di raddoppiare i dazi su acciaio e alluminio dal Canada, salvo poi fare marcia indietro dopo che Ottawa ha sospeso una sovrattassa del 25% sull’esportazione di elettricità verso gli USA. Anche la Cina annuncia misure di ritorsione contro le politiche commerciali statunitensi, con nuove barriere del 10-15% su prodotti alimentari importati dagli Stati Uniti.
La situazione resta tesa, con il rischio di un’escalation nelle prossime settimane, a partire dal 2 aprile, quando l’amministrazione americana potrebbe introdurre ulteriori dazi sui prodotti europei. Mentre le diplomazie lavorano per scongiurare nuove frizioni, resta da vedere se le contromisure europee basteranno a far cambiare rotta a Washington.
Ufficio Stampa Federprofessioni