Gli Enti Bilaterali stanno assumendo un ruolo sempre più centrale nel panorama del welfare aziendale, come confermato dal settimo rapporto sul welfare realizzato da Adapt. Questi organismi offrono soluzioni innovative e concrete per rispondere alle esigenze di lavoratori e imprese, adattandosi alle peculiarità dei diversi settori produttivi.
Si tratta di un modello che va oltre i confini, soprattutto in quelle aree dove la contrattazione di secondo livello è meno diffusa. In questo modo, gli Enti Bilaterali promuovono una solidarietà condivisa e una risposta tempestiva ai bisogni emergenti.
A evidenziarlo sono i contenuti del settimo rapporto sul welfare occupazionale e aziendale in Italia, curato dalla Scuola di Alta Formazione in Relazioni Industriali e di Lavoro di Adapt, in collaborazione con Intesa Sanpaolo. Questo studio analizza le nuove dinamiche del welfare aziendale e le sfide che le imprese e i lavoratori devono affrontare nel contesto economico attuale. Il rapporto conferma le osservazioni fatte in questi anni, inclusi gli interventi recenti del presidente di EBILP, l’avv. Carmelo Bifano, alla Borsa Mediterranea Formazione e Lavoro.
In molti settori, dagli artigiani al terziario, dal metalmeccanico al chimico, gli Enti Bilaterali erogano prestazioni che spaziano dall’educazione all’assistenza sanitaria, dalla conciliazione vita-lavoro al sostegno in situazioni di difficoltà economica.
Le famiglie dei lavoratori sono tra i principali beneficiari, con misure pensate per alleviare il peso delle spese scolastiche e universitarie, ma anche per l’assistenza di familiari non autosufficienti. Negli ultimi anni, l’aumento dei costi dell’energia ha spinto molte realtà bilaterali a lanciare bandi specifici per aiutare i dipendenti a fronteggiare il caro-bollette, dimostrando ancora una volta la loro capacità di intervenire tempestivamente su problemi concreti.
La flessibilità è uno degli aspetti più distintivi del welfare bilaterale, che si adatta alle esigenze dei territori e dei settori. Dal 2016, il quadro normativo ha favorito una diffusione sempre maggiore di queste misure, che oggi rappresentano un pilastro per il benessere dei lavoratori, nonostante la mancanza di incentivi fiscali.
Il welfare bilaterale non si limita a offrire contributi economici, ma punta a migliorare la qualità della vita attraverso un approccio integrato e innovativo. In questo contesto, la bilateralità si propone di diventare la “nuova mutua”. Questo strumento intende integrare il sistema sanitario pubblico con servizi aggiuntivi, come coperture per visite preventive, rimborsi per spese mediche e supporto psicologico.
In un’epoca in cui il benessere mentale è sempre più centrale, queste iniziative rappresentano un passo fondamentale per affrontare le sfide del presente. La “mutua bilaterale” si configura come l’evoluzione naturale di un welfare che non si limita ad intervenire nei momenti di difficoltà, ma che adotta un approccio preventivo e globale.
La crescita del welfare bilaterale dimostra come la collaborazione tra le parti sociali possa trasformarsi in un motore per il benessere collettivo. Non si tratta solo di prestazioni o contributi, ma di una visione più ampia che abbraccia il lavoratore nella sua interezza, prestando attenzione alla sua famiglia, al suo lavoro e al suo futuro.
Un equilibrio raro, ma prezioso, che conferma quanto il dialogo tra imprese e sindacati possa generare risultati straordinari.