Le borse di studio erogate dai datori di lavoro ai figli dei dipendenti sono esenti da tassazione e non richiedono la presentazione di documentazione che giustifichi l’utilizzo delle somme per fini educativi. Questo chiarimento arriva dalla recente risposta dell’Agenzia delle Entrate n. 231/E/2024 del 28 novembre 2024, che ha delineato con precisione l’applicazione dell’articolo 51, comma 2, lettera f-bis) del TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi).
L’Esenzione dal Reddito del Lavoratore
Secondo la normativa, ogni somma o valore erogato dal datore di lavoro nell’ambito del rapporto di lavoro costituisce reddito imponibile. Tuttavia, l’articolo 51, comma 2, TUIR prevede una serie di deroghe al principio di onnicomprensività, tra cui rientrano le borse di studio destinate alla formazione e all’istruzione dei familiari a carico dei dipendenti.
L’Agenzia delle Entrate ha confermato che tali borse di studio non concorrono alla formazione del reddito imponibile del lavoratore dipendente, a patto che:
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Lo studente beneficiario sia fiscalmente a carico del dipendente.
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Non vi siano altre analoghe erogazioni, per lo stesso periodo, da enti pubblici o privati.
Questa misura consente ai datori di lavoro di sostenere le famiglie dei propri dipendenti incentivando l’accesso all’istruzione senza gravare fiscalmente sui lavoratori.
Nessun Obbligo di Documentazione
Un ulteriore elemento di semplificazione riguarda l’assenza di obblighi documentali. L’Agenzia ha precisato che non è necessario raccogliere ricevute o altra documentazione che dimostri l’effettivo utilizzo delle somme per fini educativi. La finalità educativa è infatti presunta in virtù della natura stessa dell’erogazione.
Benefici per Aziende e Dipendenti
Questa semplificazione normativa rappresenta un importante passo avanti sia per le aziende, che possono implementare con maggiore facilità politiche di welfare orientate al diritto allo studio, sia per i dipendenti, che beneficiano di un supporto economico privo di oneri burocratici.
Per le imprese, la misura agevola l’adozione di piani di welfare aziendale, con un impatto positivo sulla fidelizzazione dei dipendenti e sulla promozione di valori come l’istruzione e la crescita personale.
Semplificazione e Chiarezza
L’intervento dell’Agenzia delle Entrate conferisce maggiore certezza alle imprese che vogliono incentivare l’istruzione dei figli dei dipendenti. Allo stesso tempo, rende più agevole la gestione delle borse di studio nell’ambito dei programmi di welfare aziendale, facilitando anche le procedure per i provider che supportano le aziende nella gestione di questi benefici.
Conclusione
La risposta n. 231/E/2024 rappresenta un importante segnale di semplificazione normativa e burocratica, favorendo un accesso più equo e diretto ai benefici previsti dal welfare aziendale. Federprofessioni ed EBILP accolgono con favore questo chiarimento, che rafforza il legame tra lavoro, educazione e benessere sociale.