Il gender pay gap continua a essere una realtà persistente nel mondo delle libere professioni in Italia, come evidenziato da un recente confronto tra due categorie agli antipodi per presenza femminile: biologi e ingegneri. Nonostante le differenze nella composizione di genere, entrambe le professioni mostrano un significativo divario salariale a sfavore delle donne.
Secondo i dati forniti da Enpab e Inarcassa, le biologhe, che rappresentano il 73,7% degli iscritti alla cassa previdenziale, guadagnano in media il 33,6% in meno rispetto ai colleghi maschi. La situazione è ancora più critica per le ingegnere, che costituiscono solo il 15,6% degli iscritti a Inarcassa e percepiscono quasi la metà (45% in meno) del reddito dei loro omologhi maschili.
Questo divario si riflette anche sulle pensioni: le ingegnere ricevono in media il 25% in meno rispetto agli uomini, mentre per le biologhe la differenza si attesta al 15%, sebbene su importi complessivamente più bassi.
La maternità emerge come un fattore determinante nell’ampliamento di questo gap. Uno studio Enpab ha rivelato che il 20% delle biologhe professioniste chiude la partita IVA entro quattro anni dalla gravidanza, optando spesso per il lavoro dipendente.
In risposta a queste sfide, FederProfessioni, attraverso la sua iniziativa ProWelfare Prof, sta mettendo in campo una serie di misure per supportare i professionisti, con particolare attenzione alle donne e alle esigenze di conciliazione vita-lavoro, pacchetti sanitari specifici dedicati alla maternità, alla salute femminile con possibilità di estensione ai familiari.
Queste iniziative di FederProfessioni e ProWelfare Prof mirano non solo a fornire un supporto concreto alle professioniste, ma anche a promuovere un cambiamento culturale nel mondo delle libere professioni. L’obiettivo è creare un ambiente più equo e inclusivo, dove le donne possano sviluppare pienamente il loro potenziale professionale senza dover sacrificare la vita familiare.
Nonostante questi sforzi, il persistere di un significativo gender pay gap sottolinea la necessità di ulteriori azioni sistemiche. È essenziale un impegno congiunto da parte di istituzioni, ordini professionali e società civile per abbattere le barriere culturali e strutturali che ancora ostacolano la piena parità di genere nel mondo del lavoro professionale.
La sfida per il futuro sarà non solo ridurre il divario salariale, ma anche promuovere una maggiore presenza femminile in settori tradizionalmente dominati dagli uomini, come l’ingegneria, e valorizzare adeguatamente le professioni a prevalenza femminile, come la biologia. Solo attraverso un approccio integrato e di lungo termine sarà possibile costruire un futuro professionale veramente equo e inclusivo.