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Competenze certificate: il nuovo ruolo dei fondi interprofessionali e bilaterali

Il sistema nazionale di certificazione delle competenze (Sncc) compie un passo avanti significativo con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del nuovo decreto del Ministro del Lavoro. Questo provvedimento, che disciplina i servizi di individuazione, validazione e certificazione (Ivc) delle competenze, segna un punto di svolta per il riconoscimento del diritto all’apprendimento permanente, coinvolgendo in particolare le qualificazioni delle professioni non organizzate in Ordini o Collegi.

La novità più rilevante è l’inclusione dei fondi interprofessionali per la formazione continua di cui all’art. 118 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, e dei fondi bilaterali per la formazione e l’integrazione del reddito di cui all’art. 12 del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276, nel processo di certificazione. Questi attori potranno ora certificare le competenze acquisite dai lavoratori attraverso percorsi formativi finanziati dai fondi stessi e scelti dai datori di lavoro.

Il decreto attribuisce a questi fondi, alle Camere di commercio e a Sviluppo Lavoro Italia (società strumentale del Ministero) lo status di “enti titolari delegati”. Entro maggio 2025, questi enti dovranno adottare regole e condizioni per la fruizione dei servizi Ivc, individuando gli “enti titolati” all’erogazione di tali servizi tra quelli già accreditati dalle Regioni e Province autonome.

Il provvedimento amplia anche i contesti di apprendimento permanente riconosciuti, includendo tirocini ministeriali, apprendistato professionalizzante, servizio civile, volontariato, progetti di utilità collettiva e percorsi di formazione all’imprenditorialità. Le competenze acquisite in questi ambiti potranno essere certificate e convertite in crediti formativi.

Questa evoluzione del Sncc valorizza il contributo dei fondi interprofessionali e dei fondi bilaterali, permettendo una migliore valutazione delle competenze acquisite dai lavoratori in contesti di apprendimento non formale e informale. Ciò si affianca al tradizionale riconoscimento dell’apprendimento formale nel sistema di istruzione e formazione.

L’integrazione di questi nuovi attori nel sistema di certificazione promette di arricchire e diversificare le opportunità di riconoscimento delle competenze professionali, aprendo nuove prospettive per lo sviluppo del capitale umano nel mercato del lavoro italiano. I servizi di individuazione, validazione e certificazione delle competenze acquisite in esito agli interventi promossi da questi fondi, ai sensi della normativa vigente, rappresentano un passo importante verso un riconoscimento più completo e flessibile delle competenze professionali.

Ruolo dei professionisti:

Questo decreto offre ai professionisti l’opportunità di essere in prima linea nel processo di modernizzazione del sistema di riconoscimento delle competenze, valorizzando il loro ruolo nel mercato del lavoro e nella società.

I professionisti possono svolgere un ruolo chiave nell’attuazione di questo decreto:

  1. Beneficiari diretti: I professionisti possono ottenere la certificazione delle competenze acquisite attraverso la formazione continua, aumentando la loro competitività sul mercato del lavoro.
  2. Consulenti per le aziende: Possono assistere le imprese nella scelta dei percorsi formativi più adeguati, considerando le nuove possibilità di certificazione.
  3. Formatori ed esperti di settore: Potrebbero essere coinvolti come valutatori o formatori negli enti titolati all’erogazione dei servizi di individuazione, validazione e certificazione delle competenze.
  4. Promotori dell’innovazione: Possono contribuire all’aggiornamento degli standard professionali nel loro settore, assicurando che le competenze certificate siano in linea con le esigenze del mercato.
  5. Ambasciatori del lifelong learning: Possono promuovere l’importanza dell’apprendimento permanente e della certificazione delle competenze tra colleghi e clienti.

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